Cenni storici
ARCIDIOCESI DI CATANIA
Foto di Joe Faro
La storia della chiesa madre di Trecastagni è strettamente legata al culto di San Nicola vescovo di Myra, uno dei santi più venerati soprattutto in oriente. La Sicilia fino all'arrivo degli arabi era sotto la dominazione bizantina, anche durate la loro permanenza, continuò ad esserci una presenza cristiana sull'isola. Con l'arrivo dei normanni avvenne gradualmente la cristianizzazione del territorio e la conseguente sua latinizzazione. Questo processo interessò pure numerosi romitori italo-greci; a tal proposito ricordiamo quelli più prossimi al nostro territorio: Santo Stefano di Dagala, San Giovanni Paparometta (Fleri), San Nicola L'Arena (Nicolosi), San Nicola la Catira (S.G. La Punta); ai cenobi legati al culto di S. Nicola si aggiungono le tantissime chiese a lui dedicate, oltre 300 nella sola Sicilia, la maggior parte di esse alcune delle quali non più esistenti, sono di fondazione bizantina o comunque risalenti al periodo della conquista normanna, ciò perchè, con la traslazione delle Reliquie di S.Nicola da Myra a Bari, il 9 Maggioi 1087, il culto del santo si consolidò e diffuse ancor di più in occidente.
Per tale motivo a differenza di altri culti quello del nostro santo non solo rimase vivo nella nostra isola ma venne addirittura favorito dai nuovi conquistatori. Il fatto che la nostra chiesa sia collocata in una posizione strategica, su di un alto colle che domina buona parte del versante ionico, con la possibilità di avvistarte eventuali invasori e quella di comunicare con i cenobbi che vi erano intorno, crea dei presupposti che ci aiutino ad ipotizzare che la sua fondazione sia molto remota, se non di epoca bizantina, sicuramente di epoca normanna visto anche l'ìmportante ruolo che Trecastagni rivestiva da un punto di vista viario. Il primo documenmto fino ad esso trovato che attesta già il culto di San Nicola nel territorio di "Trium Castanearum" e quindi della chiesa, è del 1351.
Nella Bolla di Papa Eugenio IV del 31 marzo 1446 la chiesa di “S. Niccolò” di Trecastagni. viene menzionata tra i benefici legati alla Collegiata di S. Maria dell'Elemosina di Catania. Dalla fine del XVI sec il cappellano della chiesa di San Nicola era considerato per il suo ruolo, il vicario del Bosco di Catania, cioè il diretto referente del Vescovo. Così nei secoli successivi la chiesa madre acquista un ruolo rilevante vista l'estensione del territorio di sua pertinenza, confinando ad est con il bosco di Aci, a nord con la contea di Mascali, ad ovest con Pedara e a sud con S.G. la Punta. Nel 1568, con la fondazione della chiesa sacramentale intitolata a Santa Maria dell'Idria, viene staccato dal territorio di Trecastagni, il nuovo casale della "Via Grande"; nel 1826 un altro smembramento permette la nascita del nuovo comune di Zafferana Etnea. Nel 1641 Trecastagni viene acquistato da Domenico Di Giovanni, ricco mercante messinese, unitamente ai casali di Pedara e Viagrande con il titolo di principato. Furono i Di Giovanni ad incrementare lo sviluppo socio economico del casale con una conseguente crescita demografica. Il 15 Novembre 1667 il Vescovo di Catania Mons. Michelangelo Bonadies, dietro istanza del clero e soprattutto del principe, elevava la nostra chiesa madre ad Arcipretura Parrocchia secondo le disposizioni del concilio di Trento, un caso più unico che raro nella nostra Diocesi visto che la maggior parte delle parrocchie sono di recente costituzione.
D.O.M.
NICOLAUS COLITUR PELLENS
INCENDIA DIRA
AC MENTEM DITANS
CORPUS ET IPSE TUUM
MDCLXXXX
Il 19 Maggio 1720 la chiesa viene solennemente riparerta al culto dopo il devastante terremoto del 1693.
Nel 1743 il vescovo Mons. Pietro Galletti la elevava alla dignità di Collegiata con un capitolo di canonici che insolidum con l'Arciprete Prevosto Parroco aveva la cura pastorale dell'intera comunità.
L'8 Maggio 1825 il Vescovo Mons. Domenico Orlando durante la visita pastorale consacrava la chiesa madre dedicandola a San Nicola Vescovo di Myra Patrono Principale di Trecastagni.
D.O.M.
LEONE XII P.M. E FRANCESCO I° REGE
TEMPLUM HOC COLLEGIALE
ILLMUS ERMUS DOMINUS FRATER DOMINICUS
ORLANDO PERISIORUM ORD. M.C.
EPISCOPUS CATINENSIS
SUB DIVI NICOLAI MYRENSISI AUSPICIIS
TOTIUS COMMUNIS PATRONI
AN. DNI MDCCCXXV
DICAVIT
Nel 1833 il capito collegiale riceve il privilegio di indossare la "Cappa Magna" durante le processioni solenni cittadine.
A causa delle leggi eversive del 1866 e della conseguente soppressione dei beni ecclesiastci, la chiesa madre attraversò un periodo di profondo declino, sia per la perdita di numerosi beni immobili legati ai benefici del capitolo della Collegiata, sia per le scelte pastorali dell' Arciprete Domenico Torrisi fu Alfio il quale, pervenne alla decisione di officiare alla matrice solo in determinate occasioni e trasferire invece la sede pastorale nella chiesa del Bianco. E' stato il periodo piu' devastante per la storia della chiesa perchè causò non solo la rovina del tempio materiale ma anche di quello spirituale con la conseguente perdita di quel ruolo primarziale che aveva avuto fino all'ora. Solo nel 1904 la chiesa madre viene nuovamente rivalorizzata grazie agli sforzi economici e pastorali e alla tenacia dell'arciprete Domenico Torrisi fu Giuseppe che, contrariaremnte al suo predecessore, impiegò tutte le sue energie e risorse per far risorgere la vetusta chiesa madre. Dopo i lunghi restauri continuati anche sotto il parrocato dell'Arciprete Paolo La Rosa, la chiesa madre riacquista il suo antico splendore riprendendo anche il ruolo pastorale di un tempo cosi da continuare ad essere il riferimento sprituale e monumento simbolo di Trecastagni.