La Chiesa: Esterno
Secondo una caratteristica dell’architettura religiosa dei paesi dell’Etna, la facciata è concepita come una quinta che nasconde lo spazio interno.
L’esterno è adorno di caratteristici lavori di pietra lavica. La facciata è suddivisa da lesene a conci lavici poste su un basamento che sostengono un alto cornicione.
Il prospetto principale orientato a est, nella partizione centrale della facciata accoglie al centro un maestoso portale in pietra basaltica porosa, in stile barocco, sostenuto da colonne binate parzialmente decorate con un motivo a volute e poi scanalate, sormontate da capitelli corinzi che reggono un timpano semicircolare aperto, al di sopra del quale si apre un ampio finestrone litico.
La monumentalità del portale d'ingresso è sottolineata dai due basamenti sorreggenti le colonne, sulle quali poggia una trabeazione a racemi e una finestra adorna di semicariatidi, teste di angeli e maschere.
Nelle partizioni laterali della facciata vi sono due finestre tonde con cornice quadrata, sempre in pietra lavica.
La porta in bronzo è opera dello scultore Girbino ed è stata realizzata nel 1960.
Sul cornicione un timpano triangolare chiuso, che abbraccia la partizione centrale, completa l’architettura della facciata, sormontata dal campanile di epoca posteriore, fuori stile, che sostituì l'antico a cupola, ma ben proporzionato, la cui guglia svetta per circa
Il campanile venne progettato e realizzato nel 1866 dall’architetto Di Stefano, e venne realizzato in pietra bianca di Siracusa, custodisce sei campane di cui la maggiore dedicata a S. Nicola di Bari fusa nel 1631 dal celebre fonditore Domenico Sanfilippo da Tortorici, rifusa dopo il secondo conflitto mondiale dalla ditta Giustozzi da Trani, nell’Anno del Giubileo, 1950-52.
Il giovanissimo Mons. Paolo La Rosa
Come in tutte le vetuste chiese, anche qui esistono vasti sotterranei cripte, un tempo adibiti alla sepoltura dei defunti ad oggi non fruibili.
Trecastagni – Chiesa Madre – Piazzale Belvedere