La festa a Trecastagni
Le celebrazioni in onore San Nicola, Patrono di Trecastagni, abbracciano un arco di tempo che va dall’ultima domenica di Novembre al sei di Dicembre, ma trovano il loro apice nella prima domenica di Dicembre, giorno della festa esterna.
L’ultima Domenica di Novembre lo sparo all’alba di salve a cannone e lo scampanio a festa di tutte le chiese annunzia alla cittadinanza ed ai centri vicini l’approssimarsi della festa patronale.
Durante la S. Messa vespertina vengono benedetti i sacchi votivi che i devoti indossano nei giorni della festa: il sacco è un abito votivo che viene indossato anche in altre feste, specialmente in quella di S. Agata a Catania; esso è costituito da un camice bianco legato in vita con cordoncino dorato; da un cappellino in velluto nero (detto scurzitta) su cui è ricamato lo stemma del Santo; dai guanti e dal fazzoletto, entrambi di colore bianco; il significato del sacco è prettamente penitenziale, in quanto il bianco è simbolo di purezza, il cordoncino di umiltà ed il cappellino nero simboleggia la cenere con cui viene cosparso il capo il Mercoledì delle Ceneri.
Durante la giornata, e nelle precedenti domeniche, le Reliquie di S. Nicola, il Braccio reliquiario e la S. Manna, vengono portate nelle chiese del paese ed offerte alla venerazione dei fedeli.
I tre giorni che precedono la prima domenica di Dicembre sono dedicati alla preparazione spirituale: un padre predicatore viene invitato dal parroco per proclamare la parola di Dio durante il triduo di preparazione, che viene animato ogni sera dalle comunità presenti nelle tre parrocchie del paese.
La sera del sabato i festeggiamenti entrano nel loro culmine: al termine della S. Messa vespertina le Reliquie del S. Patrono vengono portate in processione nel piazzale antistante la chiesa: la processione si conclude nella cappella del Santo dove, tra lo sventolio dei fazzoletti ed al grido incessante di “S. Nicola, evviva” viene svelato il simulacro di S. Nicola.
Dopo il canto dell’inno l’effigie viene traslata sull’altare maggiore (ornato per l’occasione con un prezioso drappo in velluto rosso con ricami in oro, detto dossello) dove viene innalzata tramite un particolare elevatore meccanico.
A seguire il “Concerto polifonico S. Nicola”: durante il quale vengono eseguiti dei brani sacri da alcune corali della provincia di Catania appositamente invitate. La serata si conclude con il canto all’unisono dell’inno di S. Nicola.
La domenica mattina lo sparo dei mortaretti ed il suono festoso delle campane salutano il giorno di festa, allietato anche dal suono della banda musicale cittadina che percorre le vie del paese.
Alla S. Messa delle 10,00 partecipano i bambini del catechismo, che offrono un omaggio floreale, al Santo che ne è loro speciale protettore.
Alle 11.00, dopo la S. Messa, finalmente il momento tanto atteso: il simulacro di San Nicola portato a spalla dai devoti rivestiti del sacco, si affaccia dal maestoso portale centrale, salutato dallo sparo dei mortaretti, dai fuochi, dal suono delle campane e dal lancio di fiori e di strisce multicolori.
Il simulacro quindi, posto sull’artistico fercolo, inizia la processione per i quartieri del paese (TONDO, S. ALFIO, MATRICE).
Tradizionale è l’ingresso della processione al Largo dei Bianchi, ove viene accolta dal suono trionfale delle trombe.
La processione quindi fa ritorno in Chiesa Madre, dopo aver percorso l’ultima salita, a “‘cchianata da Matrici”, tutta d’un fiato.
In serata, dopo la S .Messa Solenne, si compone la solenne processione di tutti i gruppi, movimenti ed associazioni del paese, che precedono le Reliquie ed il simulacro di S. Nicola, portato a spalla. All’arrivo della processione in Piazza Marconi vengono accesi spettacolari fuochi pirotecnici.
Al termine il corteo ritorna in Chiesa Madre per la cerimonia conclusiva della giornata ed il bacio delle S. Reliquie.
Il 6 Dicembre, giorno liturgico di S. Nicola, è dedicato esclusivamente alle cerimonie religiose, che vedono anche la partecipazione degli alunni delle scuole pubbliche.
La sera, dopo la S. Messa solenne, il simulacro del S. Patrono viene portato in processione all’interno della chiesa e riposto nella sua cameretta; è uno dei momenti più toccanti della festa, perché il Santo riceve l’ultimo omaggio dai suoi devoti: mentre la cameretta viene chiusa e si canta l’inno, non cessa mai l’invocazione dei fedeli “S. Nicola, evviva”, che diviene scrosciante applauso quando la stessa si chiude totalmente.